Reggio Calabria. Il killer silenzioso e invisibile ha colpito ancora una volta. Stavolta è toccato al dottore Bartolo Tarsia, medico di famiglia, stimato professionista, molto conosciuto in città per le sue qualità umane e professionali. Non aveva alcuna patologia pregressa, è il primo medico di famiglia della provincia di Reggio Calabria ucciso dal covid-19.
Il triste evento ha coinvolto emotivamente i colleghi, i suoi assistiti, gli ambienti cittadini dove operava assistendo con competenza e dedizione i pazienti che a lui si rivolgevano. La sua dipartita, che ci auspichiamo serva anche da monito a quanti ancora stentano ad adeguarsi alle regole Anticovid, si aggiunge a quella di numerosi medici che hanno perso la vita cercando di salvaguardare quella dei propri pazienti da questo nemico infido e imprevedibile.
Da fine anno era risultato positivo al tampone molecolare dal 07 gennaio ricoverato in pneumologia per complicazioni respiratorie le sue condizioni in pochi giorni si aggravavano e veniva inviato in terapia intensiva dove ieri pomeriggio le sue condizioni si sono ulteriormente aggravate causandone l’exitus.
Laureato il 23/12/1977 - presso l’università di Messina, il dottor Tarsia, era specializzato in Fisiopatologia e Fisiokinesiterapia Respiratoria.
Sarebbe andato in pensione il prossimo anno, al termine di una lunga carriera di medico di famiglia iniziata ad inizio anni ottanta. Una professione proseguita ininterrottamente fino al 31 dicembre scorso.
L’ordine dei medici di Reggio Calabria partecipa al dolore per la dipartita e porge a nome di tutti i colleghi sentite condoglianze alla sua famiglia.
23-01-2021 10:34
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