Ancora immagini da terzo mondo (senza offesa per il terzo mondo) a Palazzo Campanella. Le scene che i media, qualche giorno fa, precisamente il 25 febbraio, ci hanno presentato erano talmente sgradevoli che perfino qualche politico ne è rimasto turbato. All’unisono, ad una sola voce più volte si è ripetuto “Mai più…”. Mai più caos, mai più rabbia, mai più disorganizzazione, mai più assembramenti, mai più anziani "maltrattati". Alle 6 del 5 marzo scrivo queste poche righe da Palazzo Campanella. C’ero stato ieri nel pomeriggio, ma la gente assiepata era tantissima.
Come ogni giorno, afferma un anziano, ormai veterano del Palazzo. Faccio per andarmene, ma lui si impietosisce e mi dà qualche indicazione. Deve tornare domani mattina presto – mi dice – e scrivere il nome nel foglietto. Proprio così. Ricordate ancora le lunghe file in via Willermin per una visita o per il cambio del medico? Sì, funziona così anche per il vaccino. Ho scritto il nome dei miei cari anziani nel numerino. Cinquanta prima di loro. Mi conviene fermarmi per valutare i tempi e capire quando, più o meno, sarà il loro turno.
Poi li andrò a prendere a casa; loro non sono nelle condizioni di restare per ore davanti all’entrata del consiglio regionale. Altro che sistema collaudato, altro che informazioni e informative! Nessuna comunicazione è data se non da qualche vaccinando in attesa.
Altro che piattaforma di prenotazione sul portale di Poste Italiane. Dopo lo strazio del 25 febbraio, qualcuno pensa che la macchina sia stata aggiustata, il sistema ben oliato e che tutto funzioni alla perfezione. Quel tale si illude: nulla è cambiato, è solo che i riflettori sono stati spostati altrove, temporaneamente mi auguro. Un giorno forse, chissà quando, una voce si leverà annunciando pomposamente che anche a Reggio, grazie al fattivo impegno di Tizio ed allo sforzo congiunto di Caio e Sempronio, il sistema di prenotazioni è stato finalmente attivato e tutto funziona come dovrebbe. Ma, temo, che ciò accadrà solo dopo che i nostri cari anziani avranno finito di scontare il loro Purgatorio a Palazzo Campanella.
Francesco Basile